Siamo orgogliose della nostra storia di famiglia legata a doppio filo a quella del Biscottificio Maggiora, realtà industriale italiana nata negli anni difficili del primo dopoguerra, cresciuta senza sosta nei decenni successivi e portatrice di importanti innovazioni nel settore produttivo dolciario del boom economico. Una storia di rivoluzioni ed evoluzioni, scritta da uomini e donne che non si sono arresi, che hanno scelto di guardare sempre oltre, andando lontano.
Ermenegildo Maggiora, colui da cui tutto ha avuto principio, è riuscito a diffondere l’uso quotidiano di un alimento, il biscotto, considerato alla stregua di un bene di lusso fino agli anni ‘50 del secolo scorso.
Ermenegildo Maggiora, detto “Gildo”, sesto di otto figli, nasce nel 1903 a Barcara, frazione di Refrancore d’Asti. Proveniente da una famiglia di contadini, Ermenegildo aiuta i genitori nel lavoro nei campi. Nel 1928 si sposa con Adalgisa Sillano e diventa padre di tre figli: Giuseppe, Maria e Renzo.
Nel 1929, durante una grave crisi economica mondiale, ha un’intuizione decisiva: acquista a credito un vagone di gorgonzola e, in sella alla sua bicicletta, inizia a vendere le forme di formaggio nel circondario. Con il ricavato apre un negozio di generi alimentari nella frazione natia.
La seconda felice intuizione proviene da una ricetta locale dei biscotti Finocchini, caratterizzati da uova, zucchero, farina e una goccia di aroma di anice.
Nel 1935, Ermenegildo rileva un laboratorio di pasticceria a Refrancore e inizia a produrre biscotti. Di notte, insieme a due garzoni, impasta e cuoce i biscotti che, all’alba, porta con il suo piccolo motocarro nei paesini limitrofi.
L’attività cresce rapidamente, richiedendo l’ampliamento e la modernizzazione del laboratorio. Nel 1939, all’alba della Seconda Guerra Mondiale, Ermenegildo trasferisce l’azienda a Collegno, vicino Torino, dove apre un vero e proprio stabilimento industriale.
Nonostante le difficoltà della guerra, l’attività riprende rapidamente nel 1945, con l’installazione del primo impianto a nastro per aumentare la produzione.
Nel 1945, Ermenegildo introduce i Wafers, un prodotto innovativo che diventa una pietra miliare nella storia del Biscottificio. La vendita diretta di biscotti sfusi a prezzi accessibili contribuisce al successo dell’azienda. Nel 1956, Ermenegildo rivoluziona ulteriormente il mercato introducendo i biscotti confezionati venduti a metà del prezzo medio di mercato, rendendo il biscotto un alimento alla portata di tutti.
Nel 1959, Giuseppe Maggiora, figlio di Ermenegildo, entra nell’azienda di famiglia, portando una ventata di rinnovamento nel marketing aziendale. Le sue abilità artistiche contribuiscono a campagne pubblicitarie di grande successo, tra cui le réclame mandate in onda durante Carosello, noto programma televisivo pubblicitario della Rai.
Nel 1961, Ermenegildo espande la produzione alle caramelle, introducendo le iconiche Toujours. Nel 1964, viene insignito del premio nazionale “Mercurio d’Oro”. Nel 1967, l’azienda viene trasformata in una società in nome collettivo, con Ermenegildo che affida la gestione ai figli.
Negli anni ’70, il Biscottificio Maggiora si fonde con la fabbrica torinese di cioccolato Talmone sotto il nome di Venchi Unica. Giuseppe Maggiora lascia l’azienda nel 1972, segnando la fine di un’era. Tuttavia, l’eredità del Biscottificio Maggiora continua a vivere nella memoria di tante famiglie italiane.
Giuseppe Maggiora, oltre a essere un imprenditore di successo, è un artista con una grande passione per la pittura. La Casa del Conte Verde ha dedicato una grande mostra antologica alla sua figura, esplorando il suo mondo artistico sommerso e magmatico attraverso una selezione di opere accuratamente vagliate tra le migliaia in eredità alla famiglia.
Le opere di Giuseppe riflettono temi fondamentali come la figura femminile, declinata come Grande Madre, simbolo di creatività e fertilità, e l’erotismo puro. Le sue tele dedicate alla guerra del Vietnam mostrano un profondo dolore privo di sentimentalismo convenzionale. Stilisticamente, Giuseppe elabora un linguaggio formale autonomo, influenzato dalla pittura figurativa italiana del primo Novecento, espressionismo, post-modernismo e pop-art.
Molte opere sono dedicate ai membri della sua famiglia, in particolare alla moglie Elena e ai figli. Un’intera sala dell’esposizione è dedicata all’aspetto pubblico di Giuseppe come visionario imprenditore. Locandine dell’epoca, scatole di latta, gioielli e fotografie in bianco e nero integrano l’esposizione, completando la narrazione della sua vita.
Gli insegnamenti di Ermenegildo e Giuseppe, esempi di imprenditoria e visione pionieristica, continuano a vivere in Erica Maggiora, loro nipote, e nelle sue figlie Carolina e Camilla.
Villa La Maggiorana, con la Scuola di Arte Culinaria, è il luogo dove questo fuoco creativo viene salvaguardato e trasmesso. Dal 2016, i marchi dell’azienda sono stati registrati da Erica e Camilla, e dal 2021 il marchio è stato rilanciato con la produzione del panettone E.Maggiora.
GUEST HOUSE DI CHARME VILLA LA MAGGIORANA
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